Santa Lucia

Manuel Parisi

Il giorno di Santa Lucia, chiamato anche Festa di Santa Lucia, è una festa cristiana, che si celebra il 13 Dicembre, molto sentita, in cui sacro e profano si mescolano. Ogni anno a Palermo, nel giorno di Santa Lucia, si scatena un tripudio di arancine, panelle, timballi di riso, gateau di patate e per finire il piatto tipico della festa: la cuccia.

Ma perché si festeggia proprio in questo giorno?

Secondo la tradizione Lucia era una giovane e bellissima donna appartenente ad una nobile famiglia di Siracusa, che nel III secolo d.C. era stata promessa in sposa ad un ricco aristocratico. Ma un giorno, la madre di Lucia ebbe una grave malattia e per farla guarire chiese aiuto a Sant’Agata in cambio dei propri voti. Quando però il futuro marito lo venne a scoprire la denunciò e venne giudicata colpevole al processo. Lucia, rinunciando di abiurare alla sua confessione religiosa, venne martirizzata e le vennero cavati gli occhi i quali ricrebbero per miracolo. Secondo alcuni fu uccisa per decapitazione, secondo altri con un colpo di spada alla gola.

Il culto e la devozione si diffusero immediatamente in tutta la cristianità e venne scelto il 13 Dicembre perché è considerato il giorno più corto e più buio dell’anno. Il nome Lucia, dalla radice latina lux, lucis, fa riferimento alla luce, e venne via via a significare segno e  “Promessa di luce”.

Patrona di Siracusa e protettrice degli occhi e dei ciechi, degli oculisti e degli elettricisti, è stata ritenuta artefice di molti miracoli. Uno di questi riguarda proprio Palermo, quando nel 1646 la città era stata afflitta da una lunga carestia che aveva costretto il popolo ad un digiuno forzato. Si narra che, proprio nel giorno della sua festa e dopo le tante preghiere, arrivò al porto una nave piena di grano. Ma i palermitani avevano talmente tanta fame che non si dedicarono alla molitura e bollirono il grano condendolo con solo dell’olio. Fu così che nacque la cuccia salata.

Chiamata ironicamente "arancina day" o il giorno di "Santa Arancina", la festa di Santa Lucia è attesa dai palermitani per dedicarsi con amore e passione alla preparazione, ma soprattutto al consumo, di uno dei piatti tipici della tradizione culinaria siciliana: l'arancina o, e qui si accende il conflitto con la Sicilia Orientale, l'arancino.

 L'arancina "accarne" o "abburro", i dialettali ripieni abituali dell'amata pallina fritta, da qualche anno a questa parte ha lasciato spazio alla fantasia degli chef che, con condimenti che spaziano dagli spinaci al salmone, dal nero di seppia al pesto di pistacchio, da speck e noci a ricotta e funghi, hanno trasformato miss Arancina in un piatto gourmet.

 A farla da padrone sulle tavole sicule, nonostante la regola cristiana imponga l'assoluto digiuno ormai rispettato soltanto da pochi, sono tante altre pietanze. Le porte delle friggitorie si aprono per fare uscire il profumo di panelle e crocchè, timballi di riso con verdure o con ragù di carne o ancora di gateaux di patate conditi con salumi e formaggio.

 Un palermitano che si rispetti, a Santa Lucia, conclude il pasto con una porzione di cuccìa, dove a palermo si fa dolce, preparato con grano bollito, ricotta o latte, canditi e gocce di cioccolato. Ma anche in questo caso il tipico è stato modificato ad arte nel corso degli anni e oltre alla ricetta classica possiamo degustare le varianti al vino cotto, al miele e cannella o interamente al cioccolato per i palati più golosi.

Dalla storia a noi
La festa di Santa Lucia è un pezzo della tradizione
Siciliana e i ragazzi della classe 2C IPSEOA coordinati dai Proff Rabbito e Chianetta G. Hanno ricreato la tradizione nello spirito di convivialita e condivisione che caratterizza il folklore siciliano.